Ho sempre avuto un pensiero scettico relativamente al concetto di “
motivazione di razza
”, e pare che gli studi scientifici dimostrino che non mi sbagliavo.
Le motivazioni caratterizzano una specie
, e non possono essere frutto di selezione genetica all’interno della specie stessa, in quanto sono più profondamente influenzate dall’ambiente in cui vive un soggetto e dal suo vissuto in generale che non dalle minime differenze nel DNA che vi sono tra le diverse razze.
La selezione genetica
può evidenziare caratteristiche fisiologiche e fisionomiche, con conseguenti attitudini e vocazioni a muoversi in determinati modi, ad avere un determinato stile, a reagire ai vari stimoli in modi differenti. Ma la motivazione è una cosa ben diversa!
La motivazione
è ciò che spinge l’individuo a fare determinate scelte, che dà impulso alle sue azioni, che lo porta a ricoprire più volentieri un ruolo piuttosto che un altro all’interno di un gruppo.
Per fare un esempio: un setter crea e difende il proprio territorio in modo diverso da un rottweiler, ma non per questo non è mosso da
motivazione territoriale.
La carenza di peso e di potenza muscolare lo porta a prediligere
la cinetica
al confronto fisico diretto, per cui si presenta al mondo costruendo un territorio molto ampio correndo in lungo e in largo, marcandolo cioè con le ghiandole poste tra i cuscinetti plantari, zigzagando (per evidenziare l’agilità, che in un combattimento ritualizzato conta quanto la forza, se non di più), dimostrando la sua resistenza fisica (che rende la mancanza di peso un valore aggiunto anziché un handicap) e la sua persistenza; inoltre lo difende saltando attorno ad un eventuale intruso, tagliandogli la strada, obbligandolo a deviare la direzione grazie al movimento frenetico di cui è capace.
Il molosso, invece, non può contare su tali capacità fisiche, e punta piuttosto sulla potenza; il suo territorio, di conseguenza, ha dimensioni molto più contenute e viene marcato attraverso la saliva (masticazione di oggetti, di erba, di ossa), l’abbaio
(marcatura sonora
), l’esibizione
(marcatura visiva
)dei suoi denti (anche questa attraverso la masticazione), dei suoi muscoli (stiracchiandosi e allungandosi tutto, montando qualcosa/qualcuno, trasportando oggetti molto pesanti e ingombranti, scrollando stracci, ecc.); e lo difende affrontando l’intruso in modo diretto, minacciandolo con il ringhio e, se necessario, atterrandolo.
Noi umani tendiamo a definire il primo comportamento come “feste”: il cane è felice di incontrare l’estraneo nel proprio territorio. E il secondo come “aggressivo”: il cane difende il proprio territorio dall’ingresso dell’estraneo. Da qui ne consegue erroneamente: il setter NON è mosso da motivazione territoriale, il rottweiler SI’.
Ma in realtà non è affatto raro entrare nel territorio di un setter e provare profondo disagio a causa dell’irruenza della sua accoglienza, e spesso ci si trova in grande difficoltà ad avanzare; e in molte occasioni questo comportamento può risultare anche più efficace di quello del molosso, se quest’ultimo non si manifesta in modo troppo determinato.
Lo stesso vale per la
motivazione predatoria
, che viene semplicemente espressa in modo diverso; le caratteristiche fisiche (velocità, potenza, scatto, agilità, resistenza, capacità nello scavo, potenzialità visive, olfattive e di udito, ecc.) possono influenzare fortemente la specializzazione in diverse tecniche e nei diversi ruoli, e, di conseguenza, l’attivazione in fasi differenti della sequenza.
E si potrebbe andare avanti così per
tutte le motivazioni che caratterizzano la specie cane
, con differenze nella composizione del ventaglio più evidenti a livello individuale che non di razza.
La selezione naturale tende a favorire soggetti il più possibile eclettici, con ampi repertori comportamentali perché in possesso di caratteristiche che consentono l’accesso ad ampie possibilità fisiche e fisiologiche, in armonia con l’ambiente in cui nascono.
La selezione artificiale, prodotta cioè dalla mano dell’uomo, tende ad inibire la varietà comportamentale, rendendo in questo modo molto più difficile la libera possibilità espressiva degli individui.
In questo senso qualunque razza rappresenta un’interferenza ingiustificata da parte dell’essere umano, soprattutto quando le caratteristiche selezionate non sono in armonia con l’ambiente fisico e sociale in cui il soggetto si trova a vivere. Se potessimo lasciare ai cani la libera scelta non vi è alcun dubbio che seguirebbero criteri assai diversi.
Science.org: Ancestry-inclusive dog genomics challenges popular breed stereotypes
Robi Gandini
Fantastico Papa!
Ho letto te, non l’articolo.
Spunti enormi, non spuntini.
Grazie! ❤️
Veronica Papa
Grazie a te, Robi! anche per la condivisione.
donato76
Devo dire che queste considerazioni, calzano a pennello con quello che è sempre stato il mio sentire:
ho sempre fatto fatica a catalogare un cane in base alle motivazioni in genere, ed in particolare a quelle di razza;
ogni individuo è quello che è e non certo quello che ci aspettiamo che sia.
E poi ,se vogliamo dirla tutta ,la categorizzazione è soltanto un’ altra faccia del “controllo”a cui noi umani siamo tanto affezionati
Veronica Papa
Concordo con te, Donato.
La categorizzazione serve a risparmiarci l’ascolto, così difficile da mettere in atto. E l’ascolto è l’esatto opposto del controllo.
Valeria Confalonieri
Molto interessante. Avevo iniziato a leggere lo studio e mi riprometto di concludere la lettura. Ma grazie per l’esemplificazione della motivazione territoriale, molto chiara che mi offre diversi spunti e stimoli a continuare a osservare quello che vedo, i comportamenti e tutto intorno, con lo sguardo, e la mente, aperti. L’esempio del setter davvero molto molto chiaro. Grazie!
Veronica Papa
Valeria, vivere vicino ad un setter mi ha aiutata a comprendere moltissime cose relative ai cani che prima non comprendevo.
fantino manuela
Molto interessante questo post.. interessante come spieghi la differenza fra setter e rottweiller…
Con le tue esperienze sul campo credo tu abbia notato queste differenze fra le varie .. razze… sarebbe interessante per me leggere le tue considerazioni ed osservazioni.. sui loro differenti comportamenti a secondo delle loro capacità
Veronica Papa
Ci posso provare…
fantino manuela
Ti leggero
gianlucazucca
Grazie Veronica, veramente molto interessante.
Gianluca Zucca
Veronica Papa
Mi fa molto piacere Gianluca che tu condivida questo mio punto di vista.
Veronica Papa
Mi fa molto piacere Gianluca che tu condivida questo mio punto di vista.
Antonella De Santis
Grazie Veronica, finalmente un pò di luce su questo argomento . Avanti così!
Ottima scelta questa del blog 😉 complimenti,
Veronica Papa
Grazie Antonella!