Relazioni a Distanza
Seguire i tracciati di Argo, osservare i suoi movimenti nella campagna, soprattutto ora che i campi sono aperti e liberi dalle coltivazioni, mi ha permesso di comprendere meglio il senso dei suoi spostamenti e il grande valore del suo operato, non solo a livello del nostro gruppo familiare ma dell’intero sistema in cui siamo inseriti.
Ho potuto vivere e toccare con mano la fitta rete di rapporti interspecifici e intraspecifici che si crea tra cani che vivono a distanze raggiungibili attraverso vista, udito e olfatto e anche tra i cani e le altre specie che popolano la medesima area.
La possibilità di influenzare le emozioni dell’altro sfruttando l’aria, che trasporta chimica e suoni (abbai e ululati) molto più lontano di quanto noi si riesca ad immaginare, fa sì che tra quegli individui si creino accordi, legami e collaborazioni.
Ogni realtà è caratterizzata da criticità diverse: in alcune zone sono le volpi, in altre lupi orsi e cinghiali, in altre ancora il viavai di mezzi e persone, o ancora il passaggio di cani non residenti (e quindi non inseriti nella mappatura del territorio) guidati e trascinati alla cieca e impossibilitati, perchè tenuti a guinzaglio, a mostrare il dovuto rispetto nel momento in cui attraversano gli spazi “privati” secondo le regole della loro specie, se non addirittura incoraggiati a farlo, come accade a quelli che accompagnano i cacciatori.
La situazione ambientale definisce le modalità di risposta: ci sono i quartieri densamente abitati in cui i cani hanno margini di movimento molto ristretti, zone residenziali di più ampio respiro e aree extraurbane (campagna, collina, montagna, ecc.) in cui gli spazi sono molto ampi e dilatati.
Per ciascuna di queste realtà le criticità sono differenti, e per ciascuna di queste realtà la specie cane possiede diverse strategie d’intervento.
Nelle aree a più alta densità i territori sono più piccoli ma le risorse in essi contenuti sono decisamente più concentrate: giardini da difendere, bidoni della spazzatura, cestini delle immondizie nel parchetto davanti casa, aree di sosta tipo panchine e tavolini da picnic, zone mercato dove sostano le bancarelle di prodotti alimentari, ecc.
E’ sufficiente che un cane viva a fianco o difronte allo spazio destinato ai bidoni di quartiere perchè il suo prestigio sociale schizzi a mille e il suo lavoro sia estremamente impegnativo; oppure che dal terrazzo del suo appartamento sia il primo ad avvistare l’arrivo del molosso incazzato (che a sua volta è costretto a fare l’incazzato perchè deve attraversare un territorio che non gli appartiene senza che gli venga data la possibilità di aspettare il permesso di chi lo gestisce) e lo comunichi all’intera comunità, allertando i compagni con cui ha costruito alleanze ed intese.
L’alta densità demografica della popolazione canina costringe alla sovrapposizione di territori, che viene regolata da turni definiti dai diversi orari di uscita, da comunicazione in differita (marcature), da distribuzione della gestione delle varie risorse, ecc.
Per tale motivo è assolutamente necessario assecondare il tragitto proposto dal nostro compagno, agevolando così una comunicazione che a noi risulta totalmente inintelligibile e che invece per qualunque cane è chiara come acqua limpida: soprattutto se ormai adulto potrebbe stupirci la sua richiesta di restare in zone piuttosto ristrette, magari presidiando a lungo una risorsa più simbolica che concreta; per poi saltuariamente guidarci in lunghi giri di ispezione ben ponderata secondo criteri a noi completamente sconosciuti.
Le zone residenziali invece consentono territori più ampi e minori sovrapposizioni, ma il contesto potrebbe essere reso più complesso dalla presenza di selvatici competitori (volpi, tassi, gatti, uccelli predatori, donnole, ratti, ecc.) e da piccole zone di predazione da conservare; pertanto le alleanze risultano ugualmente necessarie e auspicabili.
Campagne, colline, montagne, possono essere abitate anche da selvatici più impegnativi, quali cinghiali, istrici, e persino lupi e orsi, e le distanze tra le abitazioni sono decisamente ampie, consentendo territori ben delineati e definiti. Questo però non costituisce affatto un deterrente alla creazione di alleanze, anzi: i rapporti a distanza sono la specialità del cane grazie a quella parte più ancestrale della sua essenza che lo tiene ancora legato al lupo; certe realtà risvegliano i retaggi più sopiti ma mai estinti, e senza neppure che noi ce ne possiamo rendere conto questa specie è in grado di coniugare una natura più mite e docile che gli consente di essere accolto nelle nostre case con quella più selvatica e ardita che gli permette di controllare confini e bonificare spazi con coraggio e determinazione.
La caratteristica di questa specie, che la rende così affascinante, è la capacità di elaborare strategie di sopravvivenza praticamente in ogni ambiente si trovi a vivere, con una flessibilità e una capacità di adattamento davvero sorprendenti: ciò che conta, che consente che questo adattamento possa mantenere ampi margini di benessere, è che ciascun individuo sia messo nelle condizioni di ragionare con la propria testa e di agire in libertà, ovviamente concertandosi con il proprio gruppo misto di appartenenza e quindi tenendo conto anche delle regole sociali umane, che rientrano tra le limitazioni dettate dalle caratteristiche ambientali.
Il mondo del cane non si limita alla pur fondamentale dimensione affettiva vissuta in famiglia, e non è fatto di balocchi e sollazzi; i cani sono animali seri, la cui autostima e autoefficacia hanno origine nell’utilità della loro esistenza e nella capacità di essere attori del loro proprio benessere.
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