Il territorio è uno spazio definito, all’interno del quale un cane sente di poter vantare dei diritti.
Può essere stabile nel tempo, oppure può essere costruito in modo temporaneo, per affrontare un dialogo con conspecifici o con individui di altre specie.
Può essere delimitato da confini naturali (siepi, cambiamenti nella tipologia del terreno o della pavimentazione, alberi e cespugli, cambiamenti della vegetazione, corsi d’acqua, pozzanghere, tronchi, bastoni, pietre, ecc.), da strutture antropiche (strade, sentieri, careggiate, segnaletiche disegnate sull’asfalto, muretti, caseggiati, cancelli, recinzioni, soglie, ecc.), da marcature olfattive (urine, feci, saliva, secrezioni delle ghiandole podali, del solco mammario o perianali, dei genitali, strofinamento del mantello, rigurgito), ottiche (resti dei pasti, raspate, oggetti di vario tipo, presidi) e sonore (difesa dei confini tramite abbaio, ringhio, ecc.).
Spesso un territorio è composto da diverse fasce di sicurezza, che circondano e proteggono con perimetri sempre più ampi il centro, considerato il luogo più importante e da difendere con ogni mezzo possibile.
L’ampiezza di un territorio è proporzionale alla capacità dell’individuo o del gruppo di difenderlo; se tale capacità si riduce anche il territorio si riduce in proporzione, in modo praticamente automatico, perché la quota di territorio che rimane indifesa può essere conquistata da altri, che manifestano una maggiore convinzione.
Un territorio contiene inevitabilmente delle risorse (acqua, fonti alimentari, zone di predazione, ripari, esseri umani, oggetti utili) di valore più o meno elevato. Il rango di un individuo è definito dalla sua capacità di mantenere la gestione della risorsa di valore più elevato all’interno di un territorio condiviso, dove per gestione si intende il riuscire a stare vicino a tale risorsa più di chiunque altro, e può davvero essere anche questione di centimetri, oppure riuscire a controllarla anche da più distante tramite lo sguardo e i vocalizzi, grazie cioè alla soggezione e/o il rispetto che un individuo riesce ad ottenere dagli altri (non di rado questi parametri sono influenzati dall’età, ma non è questo il solo elemento da considerare).
Chi non intende riconoscere il rango di un individuo può metterlo in discussione attraverso un confronto diretto volto a contrattare chi avrà la gestione della risorsa di valore più elevato, oppure decidere di occupare un territorio diverso (anche limitrofo, se i rapporti lo consentono) o una porzione ben definita del medesimo territorio, gestendo la risorsa di valore più alto contenuta in tale territorio o in tale porzione.
L’incontro tra individui i cui rapporti non sono familiari, anche se frequenti, avviene passando prima di tutto per la definizione di territori separati, all’interno dei quali ciascuno definisce la risorsa che intende gestire; e solo dopo che si è trovato un accordo è possibile decidere, eventualmente, di occupare il medesimo territorio secondo le gerarchie definite, che possono cambiare nel tempo perché costantemente ricontrattate.
Ma anche all’interno dei rapporti familiari ranghi e ruoli vengono costantemente riconfermati o rivisitati, attraverso la gestione delle risorse che si trovano nel territorio occupato dal gruppo, affinché ciascun individuo possa esercitare il compito per il quale, in un determinato momento e contesto, si sente più propenso.

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