Ho imparato a vedere il cane come un individuo sociale che vive e si esprime non tanto, o meglio, non solo attraverso la relazione con altri individui ma attraverso il ruolo che quella relazione gli permette di esercitare.
Un animale sociale trova appagamento se si sente utile e prezioso all’ambiente sociale in cui si trova, e la componente affettiva, pur essendo molto importante, non è sufficiente a farlo sentire completo.
Le derive diventano quindi manifestazione della impossibilità ad esprimersi nel ruolo in cui è chiamato in quel momento, o perchè incapace o perchè impedito da fattori esterni.
Ogni momento sociale è un momento di confronto, attraverso il quale scoprire e costruire se stessi, imparare a conoscersi, procurarsi strumenti sempre più adeguati per interagire sempre meglio.
Il cane spontaneamente ricercherebbe queste occasioni, decidendo in autonomia quali e in che misura. Sta a me imparare a capire queste sue intenzioni, imparare a suggerire, imparare ad assecondare, imparare a supportare, imparare a lasciare spazio per restare e spazio per andare.
Per me questa è l’essenza della relazione, per me questo è accompagnare e farsi accompagnare nel mondo. Se non sono capace di trovare il modo per offrire autonomia completa, posso imparare a trovare il modo per ridurre al minimo necessario la mia interferenza.