Quando vedi un cane impegnarsi nel ruolo per cui si sente portato, svolgerlo con soddisfazione, equilibrio e competenza, sentendosi realmente utile al suo gruppo, apprezzato e non usato, parte integrante e necessaria di un sistema che lo completa e che lui a sua volta contribuisce a rendere completo, lo riconosci dallo sguardo, orgoglioso e fiero.
Non reprimiamo le sue attitudini naturali: la sua vocazione a proteggere, a prendere decisioni, a testare l’assetto emozionale di chi gli sta davanti, a prendersi cura di chi ne ha bisogno, a comunicare la presenza di un pericolo, a fare da mediatore e da paciere; alcune più spiccate, altre latenti, altre ancora assenti, perchè ogni individuo è diverso da un altro.
Spendiamo piuttosto il nostro tempo ad aiutarlo a capire come fare per esprimerle nel modo migliore, il più adeguato possibile al contesto in cui si trova, non telecomandandolo ma mettendolo nelle condizioni di pensare. Lasciamo che il nostro cane ragioni: potremmo restare sbalorditi da ciò che ci saprà dimostrare.