La Territorialità è una Motivazione di Specie
In questo video possiamo osservare come per questo gruppo di cani risulti più difficoltoso avvicinarsi al territorio quando difeso da un setter e da un meticcio piuttosto che da un rottweiler.
A parte il weimaraner (Achille), che ha circa otto mesi, gli altri sono tutti cani adulti, in entrambe le occasioni.
La prima parte del video è stata girata cronologicamente DOPO la seconda (circa quindici giorni più tardi), il video è stato montato in questo modo per dare maggiore visibilità alla modalità espressiva del setter e del meticcio, che pur apparendo più disponibili in realtà vengono percepiti dagli adulti come meno accoglienti, e come i due maschi abbiano bisogno del supporto del giovane per poter piazzare la loro marcatura.
Senza dubbio il loro stile permette al weimaraner di mantenere toni più pacati nel dialogo (anche se c’è da considerare il fatto che aveva due settimane in più rispetto all’incontro col rottweiler), ma sono gli adulti, poi, a suggerirgli di chiudere, mentre col rottweiler (col quale non era stato assolutamente un problema piazzare la marcatura sulla rete) avrebbero tenuto aperto il dialogo ancora, se non fossero stati interrotti dall’arrivo della volontaria.
Si potrebbe giustamente obiettare che la differenza potrebbe essere data dalla differenza numerica; tuttavia nella prima parte i cani in entrata sono comunque in netta superiorità numerica rispetto a quelli che difendono il loro spazio.
Anche la mia posizione rispetto al confine potrebbe fare la differenza, ma è comunque regolata dai cani, non è una mia espressa iniziativa: nella prima parte mi fermo a distanza per esplicita richiesta di Argo (setter bianco) e di Etna (meticcia rossa), che hanno bisogno di un punto fermo e rilevante da cui poter richiamare Achille in caso di necessità; mentre nella seconda parte avanzo perché nessuno mi fornisce suggerimenti diversi.
In ogni caso, essendo io in quel momento totalmente aperta all’ascolto, il mio avanzare o fermarmi è influenzato non solo dalle richieste dei miei cani ma anche da quelle dei cani che stanno difendendo il territorio, secondo i medesimi canali comunicativi che influenzano i cani che avanzano, anche se non ne sono pienamente cosciente.
Da queste immagini possiamo notare, quindi, che in questa situazione (ma non è certo un caso eccezionale, anzi) la razza non definisce la difesa del territorio in sé, quanto piuttosto la modalità con cui viene espressa (lo STILE, per intenderci).
Dal punto di vista dei cani lo stile dei secondi due non è meno efficace di quello del primo.
Dal punto di vista umano, invece, lo stile del primo incute molta più soggezione degli altri.
Per questo motivo si tende ad etichettare un rottweiler come “da guardia” e un setter come “privo di motivazione territoriale”.
Ma è chiaro che gli altri cani non la pensano in questo modo.
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