Tino Chiede Protezione
Ho voluto confezionare queste immagini sotto forma di racconto nel tentativo di rendere un po’ più leggeri i 15 minuti di video, ma non lasciatevi ingannare dall’apparenza: ciò che è accaduto durante questa uscita è estremamente rilevante.
Ci troviamo in una zona normalmente abitata da un discreto numero di lupi, ma è probabile che la neve caduta di recente abbia fatto scendere gli erbivori (e di conseguenza i loro predatori) verso valle e che i cacciatori (di sabato piuttosto numerosi) spingano invece verso su sia le prede che i predatori.
Di conseguenza è facilmente ipotizzabile che i lupi si siano concentrati proprio nella fascia di mezzo, che è quella in cui ci troviamo noi, aumentando così la densità della loro presenza rispetto al solito.
Infatti sin da subito i cani appaiono piuttosto eccitati, ma man mano che saliamo la loro preoccupazione aumenta.
I cani paiono rendersi pienamente conto di quanto sia particolarmente necessario aiutare Argo a mantenere sotto controllo le sue emozioni, perché se dovesse affrontarle, come spesso gli capita, correndo a perdifiato nel bosco, questa volta correrebbe rischi molto seri.
È davvero molto interessante quanto si spendono e con quali strategie.
Si sviluppa così un vero e proprio lavoro di squadra, che coinvolge profondamente anche noi umane, col compito di offrire la nostra protezione. Tino rinuncia al suo ruolo per poter tenere un profilo basso e occuparsi di mantenere calmo il suo compagno, ed Etna lo aiuta. Mentre Lapo si sobbarca con coraggio e lucidità grandi responsabilità di esplorazione e di difesa.
Pare davvero che i cani siano estremamente consapevoli sia delle proprie emozioni che di quelle dei compagni, e di noi umane, e che si spendano con grande senso di responsabilità affinché l’intero gruppo si mantenga al sicuro.
Il temporaneo problema agli occhi di Tino credo sia dovuto alla necessità di adottare strategie ormonali che tengano bassa la produzione di energia per non alzare il livello di eccitazione suo e del gruppo; la conseguenza è stata un abbassamento della tonicità muscolare della zona periorbitale; non appena ha potuto riattivarsi, ecco che nel giro di pochi minuti i muscoli esterni all’occhio sono tornati tonici, e l’espressione è tornata quella di sempre.

È importante renderci conto di quanto possa essere difficile per un cane attraversare il territorio presidiato da due cani che difendono il momento del pasto dei loro umani, mentre si trovano in un territorio gestito dai loro cugini selvatici; probabilmente avrei sottovalutato anch’io la situazione, così come avrei sottovalutato quanto la presenza di Argo, dei suoi picchi emozionali dovuti alla scarsissima dimestichezza con incontri con cani e con umani, possa mettere in crisi i suoi conspecifici.
Ma ancora una volta la Squadra ha saputo compattarsi e trovare la soluzione migliore.
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